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Nisida, com'è lontana l'immagine creata dalla fiction tv


È rassicurante cullarsi nei racconti consolatori e buonisti di «Mare fuori», ma purtroppo la realtà fa a cazzotti con le immagini televisive. I quattro agenti penitenziari aggrediti dai due minori detenuti all’Istituto penale di Nisida sono solo l’ultimo frame di un racconto diverso. C’è chi, come i familiari delle ultime vittime a Napoli degli omicidi compiuti da giovanissimi, invoca più carcere per chi delinque sotto i 18 anni di età, e chi invece pensa, come i Radicali, che sia venuto il momento di abolire la detenzione per i minorenni.

Quattro poliziotti sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari e per tutti la prognosi è di 15 giorni. Uno degli agenti ha perso un dente, un altro ha diversi punti di sutura alla testa e altri due sono rimasti intossicati dal fumo.

All'Istituto penale minorile di Napoli, i detenuti hanno aggredito due poliziotti dopo che il fumo si era propagato. 

Dunque, cosa è cambiato? Come attestano gli operatori all’interno della struttura, la presenza di un folto gruppo di stranieri (sono marocchini i protagonisti degli incidenti di ieri) rende molto difficile la gestione di quella che era, e per tantissimi versi è ancora, una struttura modello. 

Teatro dell’ennesima aggressione, con tanto di incendio doloso, è ancora una volta l’istituto minorile di Nisida, dove due detenuti ha prima dato fuoco alla cella e poi hanno atteso l’arrivo degli agenti per picchiarli con una raffica di calci e pugni: una trappola a tutti gli effetti. 

Violenze nell'istituto minorile napoletano. Catania: cellulari e droga fatti arrivare ai boss in cella dentro calamari imbottiti. 

Tra gli agenti feriti, le ferite vanno da traumi minori a lesioni più gravi: uno ha perso un dente, un altro ha dovuto ricevere diversi punti di sutura alla testa e altri due sono intossicati dal fumo generato dall’incendio doloso.